2019-04-17


2009-03-12

Expo "I PECCATI DEL TERZO MILLENNIO" Trento -Palazzo della Regione

"Arianna e Teseo - L'umiliazione" - opera di Anna Rebecca Rebecchi

Collage e pittura acrilica su tavola - cm98x80 - 2007



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2009-03-11

Quotidiano "il Trentino"



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2009-03-10

Prefazione DI CARLA CORRADI, curatrice della Mostra

CARLA CORRADI organizzatrice e curatrice, nonchè anima della mostra, ha curato anche il bel catalogo e
ne ha scritto la prefazione che segue :

"Quando soffro per gli uomini indifesi,
non soffro forse per il lato indifeso di me stessa?"
(Etty Hillesum)

Prefazione di Carla Corradi.

L’idea di organizzare questa manifestazione sui peccati del III millennio è nata nell’agosto 2006, mese fecondo per le idee. Ho prima pensato ai sette peccati capitali, ma, alla luce di tutto il male che c’è nel mondo oggi, mi sono sembrati subito irrisori (gola, superbia, lussuria, avarizia, invidia, accidia, ira). La gola è diventata obesità o nelle due varianti anoressia e bulimia. L’accidia si chiama ora depressione, l’ira è diventata violenza privata e tanto poco ira collettiva, l’invidia è figlia del consumismo e del possesso di beni che danno una forma di identità basata sull’avere non sull’essere.
La lussuria è un incessante passaggio dal linguaggio della visione a quello del tatto e dove il corpo nudo perde la sua specificità di attrarre se non c’è artificio, costruzione, identificazione con i canoni di bellezza imposti, e dove la relazione maschio-femmina è mutata sia per la liberalizzazione della procreazione, dell’aborto, della transessualità, dell’omosessualità.
Inoltre, effettuando un’analisi più approfondita a livello psicoanalitico dei sette peccati capitali in Freud 2) e concordando con quanto sostiene Quirino Zangrilli 3) si può pensare che essi in realtà fossero uno solo: l’uccisione del Padre primigenio e la consumazione del pasto totemico del quale è rimasta traccia sia nella paura di castrazione che affiora nel lavoro psicoanalitico in individui di ogni razza, cultura e credo religioso, sia nei riti di offerta al dio dell’agnello sacrificale proprio nel tempo pasquale.
Ho usato il termine “peccato” invece di male solo per attrarre l’attenzione con una parola che è molto usata anche nel linguaggio corrente non solo in quello religioso.
Riflettendo poi su 30 anni di professione (psicoterapeuta) mi sono accorta che, tra gli elementi che per diversi anni costituivano materia di approfondimento, il senso di colpa appariva assai spesso, mentre negli ultimi dieci anni è andato gradualmente sfumando, fino a esaurirsi. Come a dire che anche nelle malattie dell’anima il narcisismo 4) è subentrato alla colpa e nella percezione individuale e collettiva quasi più niente è percepito come errore, se non ciò che intralcia la realizzazione egoistica del profitto nella corsa ai beni materiali. In altre parole c’è una regressione al principio del piacere che vuole tutto e subito e una fuga dal principio di realtà.
La realtà stessa è ormai inquinata dal virtuale.....
Lo scopo di questa iniziativa è invitare a riflettere per uscire dall’assuefazione, dall’apatia, dall’abitudine al male, nonché dalla saturazione della nostra recettività ad esso; analizzare con mente critica i suoi vari aspetti e se possibile scoprire la nostra se pur parziale responsabilità per gran parte di esso; trovare con idee geniali (ecco perché ho invitato gli artisti) una qualche forma di cambiamento a livello individuale prima e a livello planetario poi. Non rassegnarci, non abituarci alla violenza, non stare a guardare impotenti come se tutto fosse ormai normale.
L’invito a partecipare è iniziato a settembre 2006 ed è stato esteso anche fuori dai confini provinciali, essendo stato pubblicato oltre che sulla stampa locale anche su internet , per questo motivo hanno risposto all’appello scrittori, poeti, fotografi, pittori da diverse regioni d’Italia, portando ciascuno una personale interpretazione del “peccato del III millennio”. Questo mi ha fatto piacere perché temevo che dovendo descrivere il male, l’assuefazione, l’inerzia che ci pervade, demotivasse molti ad aderire, per non effettuare quella ricerca dentro di sé e nel mondo di quel lato oscuro di cui non si ha più voglia di parlare.
E’ stato per me un arricchimento notevole costatare in quali diversi modi l’argomento è stato sviscerato, sia come contenuti, sia come forme artistiche.

Cercando una possibile sintesi dirò che gli argomenti più sentiti si distribuiscono su quattro grandi filoni: La violazione dei diritti dei più deboli, la guerra, la violenza alla natura e agli animali 5), la sessualità in qualche sua forma ancora vissuta come peccato.
Emerge in quasi tutti i lavori un dualismo evidente tra la situazione reale del mondo e il desiderio, o il sogno di come potrebbe essere o la nostalgia di come era: dualismo tra natura e cultura, tra razionalità e intuizione, tra ricchezza e povertà, tra umanità e tecnologia, tra libertà e condizionamento, tra gioia negata e sofferenza, tra vita e morte. Anzi la morte, quella inflitta prima e quella psichica poi, è la protagonista nascosta a cui si demanda il lettore o lo spettatore.
Denunciando il peccato, molti hanno anche suggerito, come mi aspettavo, la sua possibile soluzione.
Hanno risposto all’invito 80 artisti tra scrittori, poeti, pittori, fotografi, ma le opere sono 89 perché 9 di loro hanno presentato sia un testo, sia un’immagine, manifestando così il bisogno di esplicitare con la parola il lavoro di sintesi che la realizzazione del quadro o della fotografia comporta.
Ringrazio di cuore tutti i partecipanti e chi mi ha aiutata a realizzare questo progetto, ma chiedo ancora che questa opera venga diffusa il più possibile e susciti riflessioni e partecipazione anche oltre i confini della nostra Regione .